Perché un Festival sulla Felicità Interna Lorda
Le risposte per uscire dalla crisi stanno imponendo una profonda revisione degli assunti secondo cui l’economia e soprattutto la finanza siano gli unici ambiti su cui è necessario intervenire. L’Italia, forte di una tradizione di teoria economica che ha dato valore alla questione della felicità nelle sue dimensioni collettive, segna la sua presenza nel dibattito internazionale.
Con il lavoro del CNEL e dell’ISTAT che hanno proposto un indicatore di Benessere Equo e Sostenibile (BES), il nostro Paese è stato fra i primi a recepire la necessità di definire nuove dimensioni del benessere che non tengano conto solo del numero di beni prodotti e consumati ma di molteplici dimensioni legati alla qualità della vita, l’acceso ai servizi, la qualità dell’ambiente e quella dei luoghi e delle condizioni del lavoro. Sempre più il benessere chiama in causa una qualche idea di felicità: contro il prodotto interno lordo (PIL), si fa largo e avanza l’esigenza di ragionare sulla felicità interna lorda (FIL).
Possiamo conferire senso e valore collettivo a una de-materializzazione del PIL? Possiamo orientarci verso una contrazione degli stili di consumo di beni di confort (che creano assuefazione e dipendenza) in favore di un’espansione dei beni di esperienza (le arti, il sapere, il ballo, lo sport, etc.) che comportano un investimento di tempo e che garantiscono anche un’utilità procedurale per chi vi si dedichi? Possiamo proporre la salvaguardia della bellezza e della salute complessiva di uomo e ambiente come traguardi dello sviluppo? Possiamo rivalutare stili e ritmi di vita più aderenti a un’idea di uomo mediterranea che vede la nostra cultura all’avanguardia nella detenzione di un sapere antico legato all’ospitalità e alla cura dei rapporti umani prima di quelli di mercato? Possiamo immaginare che le dimensioni dell’interiorità abbiano diritto di cittadinanza nel costruire lo spessore della felicità?
Il FIL Fest si propone come un momento di aggregazione e riflessione partecipata sulle modalità con cui possiamo cogliere le opportunità di felicità a cui di fatto la crisi ci spinge. Attraverso, incontri, dibattiti, eventi, kermesse e performance, vogliamo sviluppare queste riflessioni in forma corale, per divertirci a tracciare insieme percorsi individuali e collettivi in cui ci sia posto per quello che davvero ci piace fare e essere e… non solo avere.