Sta per tornare il FIL Fest Festival della Felicità interna Lorda ed è cominciata la marcia di avvicinamento alle date di fine novembre 2018 in cui si svolgerà il clou dell’evento che dal 2013 vuole riflettere a maglie larghe sul concetto di Felicità Interna Lorda,. Il tema che in questa quarta edizione del FIL Fest si interseca con la Felicità è il Tempo.
Per definire i contenuti del FIL Fest 2018, quest’anno si è scelta una modalità di avvicinamento che possa servire a co-progettare il programma, insieme a persone affini e portatrici di punti di vista stimolati sulle tematiche scelte. Come? Attraverso le “Conversazioni sulla Felicità e sul Tempo” con alcune domande, tante risposte, un po’ di vino e convivialità a iosa. La prima Conversazione si è tenuta domenica scorsa al Monastero dei Benedettini, ospiti della Fera Bio nella sua edizione serale. Un bel cerchio di persone curiose, interessate e interessanti – l’agricoltore bio Paolo Costa, il filosofo e insegnante Marco Giurato, l’attrice Manuela Ventura, la presidente Banca del tempo Catania Marcella Franchino, la regista e operatrice culturale Paola Greco, l’avvocato Giuseppe Testa, l’imprenditore nomade digitale Trent Zummallen, l’artista e produttrice Giulia Piccione, insieme agli hubber Manuela Trovato, Maria Clotilde Notarbartolo, Mara Benadusi, Rosario Sapienza – hanno dato vita a una chiacchierata ricca di stimoli, partendo da due domande: cosa del Tempo ci rende felici e cosa, invece, infelici? E come possiamo migliorare il nostro rapporto con il Tempo? Sul primo quesito è un vortice di risposte che rendono l’idea della centralità che diamo alla quantità di tempo o, almeno, alla percezione che di questa quantità abbiamo: dove ce n’è in abbondanza, di tempo, c’è maggiore felicità; nella scarsità c’è sempre più infelicità. E non è del tempo assoluto che stiamo parlando, ma proprio di quello relativo, di quello che abbiamo a disposizione giorno per giorno.
Per alcuni la felicità sta in singoli, brevissimi, attimi e per altri sta nel fare e anche nel donare. Chi la felicità la trova nel fluire del Tempo e nella sua condivisione che agisce da moltiplicatore, e chi invece la fa dipendere dalla percezione del sé e dalla capacità di non proiettarsi nel futuro, schivando l’ansia che questa postura genera, preferendo concentrarsi sull’Hic et Nunc.
C’è chi la felicità la trova nella memoria e rifugge dimenticare, lasciare al Tempo dell’oblío; chi è felice di considerare il Tempo come contenitore della propria vita e chi la felicità la trova nel paesaggio con i suoi tempi e le sue trasformazioni.
Poi, si dice anche che la felicità sta nell’incastro di più tempi, quasi come se ognuno avesse davvero il suo, a prescindere.
Per quanto vivere negli altri sia felicità e raddoppio del tempo, la solitudine non è infelicità ma, attenzione, l’isolamento no, quello proprio no, quello il tempo lo toglie.
Si rilancia con altre domande: il tempo è davvero un sistema di misura? O forse è solo frutto di un accordo? E se fosse proprio da questo accordo che possiamo definire le sfere di felicità?
Alla seconda domanda – come possiamo migliorare il nostro rapporto con il tempo? – ognuno dimostra di aver un proprio modo per rendere agevole la felicità legata al tempo.
Chi cancella il concetto di tempo assoluto, concentrandosi solo sul tempo relativo e soggettivo. Chi, invece, elude il tempo come scadenza, mettendo avanti solo obiettivi da raggiungere a prescindere da quanto tempo potrà servire. Chi, per non farsi stressare dal tempo, impara a dire “pazienza, questa cosa non la faccio” e chi, invece, entra, attraverso il proprio lavoro, in una bolla a-temporale, una sorta di finestra sul tempo.
E poi c’è chi dice che il tempo a Catania scorre più lento che in grandi città del Nord, mentre è sorprendente capire che il Tempo in campagna non è così rilassante e rilassato come la gran parte dei “cittadini” pensa. Dunque, c’è o no un legame fra luogo geografico, latitudine, ambiente e percezione del tempo?
La conversazione scivola su una domanda, stavolta più una richiesta, di consigli e suggerimenti. Come lo esploriamo il binomio Felicità/Tempo all’interno del FIL Fest?
Piovono input senza freni. Vinicius de Moraes che racconta di come una piuma passi di mano in mano, volando sospinta da un respiro e di come la felicità stia nell’assistere al tragitto della piuma, fintanto che sarà visibile, e di immaginarne la prosecuzione una volta che non la si vede più. Luis Bunuel che varie volte è tornato su questi, oggi nostri, temi. Ci ricordano alcune sue frasi celebri: “Felicità è andare d’accordo con se stessi” e anche “Una vita senza memoria semplicemente non è vita” da cui ancora si riparte a conversare.
Il Festival del Tempo – L’Arboreto di Mondaino, Emilia Romagna – ha ospitato in residenza l’artista Annette Peacock che ha scritto “Un testo e 5 liriche sul tempo”. E La ricerca della felicità di Muccino perché mostra che la felicità è un attimo. Marcel Proust perché ci ricorda che la felicità sta nel rallentamento. Eraclito da Efeso per il suo Panta Rhei. Albert Einstein perché la teoria della relatività ha aperto una nuova era. E poi anche Italo Calvino che, fra l’altro, ha pure scritto “Ti con zero”.
La marcia verso il FIL promette bene. E prosegue. La prossima Conversazione sulla Felicità sarà mercoledì 11 luglio alle 19.00 ospite delle libraie della Libreria Vicolo Stretto, Via Santa Filomena a Catania.